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Focus sostenibilità
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Questo focus è dedicato al modo con il quale la Rete dei caffè-scienza italiani ha trattato il tema della sostenibilità durante l'ultimo anno.

Un tema e un soggetto abbastanza giovani per poter sperare di avere un futuro davanti a sé, e abbastanza maturi per avere una certa esperienza e qualche base teorica consolidata. Il primo, il tema, la cui data di concepimento potrebbe essere fissata nel 1972 con il "Rapporto sui limiti dello sviluppo" del 'Club di Roma'; come data di nascita il 1982 con la "Commissione mondiale delle Nazioni Unite su Ambiente e Sviluppo" (la Commissione Brundtland). L'altro, il soggetto che noi vogliamo mettere sempre più in atto, alla fine degli anni '90 quando in Francia, la patria dei cafès-philo, ci provò anche con i cafès-scientifiques (-1-, -2-).  Per espandersi presto in altre parti d'Europa tra cui l'Italia con il lavoro pioneristico di Firenze, e del mondo. L'uno e l'altro alla ricerca di un proprio ruolo e, naturalmente, di un modello di funzionamento che sia sostenibile!

Per Caffè-Scienza Milano una bella occasione per fare il punto su alcune iniziative dedicate a vari argomenti che in un modo o nell'altro hanno a che fare con la sostenibilità, soprattutto collegandole tra di loro e mettendo in evidenza quanto esse hanno da dirsi reciprocamente, cercandone i significati negli aspetti di relazione e interdipendenza tra una molteplicità di temi, metodi, obiettivi programmatici, confluenze di azioni.

Quando si parla di sostenibilità spesso viene evocato un cambio di paradigma, sia in senso interpretativo e di metodologia d'indagine che di azione pratica. Che consiste nel riconoscere che un nuovo impulso del 'progresso', concetto di antica memoria ottocentesca, sia esso del sapere, oppure sociale ed economico, o di un rinnovato rapporto uomo-ambiente, deve lasciare sempre più da parte le antiche logiche cosiddette 'lineari', tese a massimizzare poche funzioni obiettivo, per spostarsi verso i paradigmi della complessità che governano l'interdipendenza dei fattori sui quali l'uomo può incidere. In maniera più o meno significativa e più o meno consapevole.

Da dove cominciare per 'attaccare' un discorso che appare come l'apoteosi di una visione olistica, non solo e non tanto come intepretazione del mondo ma come paradigma culturale che pretende di individuare dei percorsi di scelta e di azione, da quelli più limitati e locali a quelle più globali?

Come spesso accade un buon punto di partenza è riconoscere il proprio limitato ambito di azione, il proprio terreno di coltura, e vedere come esso si relaziona con il resto. Nel caso della Rete dei Caffè-Scienza, il discorso scientifico pubblico.

E qui entriamo subito nel merito di uno dei punti importanti. Infatti come si sa, anche sulla base dell'esperienza ottocentesca sopra invocata, le visioni olistiche portano con se quasi sempre qualche problemino dal punto di vista del discorso scientifico, della loro coerenza, della previsione del futuro. Ma scientifico in che senso? come stabilire la 'scientificità' di qualcosa e l'affidabilità conseguente? Seguendo soltanto un po' i dibattiti sulle grandi questioni scientifiche, siano esse legate all'ambiente o di altro tipo, si sa che si entra così in un bel labirinto di opinioni e di contese.

La nostra idea è di portare il discorso nella sua dimensione sociale e culturale, con un forte valore di cittadinanza e di reciproco scambio. La scienza intesa come un campo di interazione umana nel quale sviluppare dei discorsi pubblici, dove una molteplicità di attori trovi il proprio spazio di argomentazione, su una qualche base di riferimento metodologico comune e di interesse alla comprensione reciproca.

C'è un altro piano di considerazioni che pensiamo sia importante porre da subito ed esplicitamente, per partire con un discorso sulla sostenibilità. Quello riguardante alcuni discrimini di carattere valoriale:

-    ricerca di modelli sostenibili nella difesa delle diversità oppure verso modelli  più egemonizzanti?
-    autodeterminazione nell'interdipendenza oppure dipendenza ed eterodirezione?
-    consapevolezza nei cambiamenti oppure oblio favolistico?
-    equità o diseguaglianze crescenti?

Altra domanda interessante: entro che limiti la scienza, magari quella più di carattere sociale, economico, politico, può dare elementi importanti nell'individuare le possibili risposte ad almeno alcuni di questi ultimi interrogativi? (Sempre volendo riportarsi al nostro specifico ambito, un interessante punto di partenza teorico potrebbe essere ad esempio una riflessione sui beni collettivi - nel nostro caso i saperi -  partendo dai ritrovati scientifici di Elinor Ostrom, premio Nobel per l'economia 2009).

La scienza quindi come parte di una “ecologia dei saperi” ma anche di sistemi di valori in atto, che ci aiuti a navigare tra i molteplici flussi e interazioni nei quali siamo immersi. Per non esserne troppo sommersi e per arrivare a una base di conoscenza condivisa dalla quale possono poi partire percorsi più impegnativi, come nuove possibili forme di vita democratica.

La nostra scommessa è di dimostrare che questo discorso pubblico sulla scienza non è impossibile, per quanto difficile. E vorremmo riuscirci trovando gli strumenti che ci sembrano più efficaci ed interessanti, anche divertenti. Se poi dalla condivisione di dati, conoscenze, idee, esperienze ne consegue una sensibilità comune e magari la possibilità di intraprendere dei percorsi di cambiamento su una base di condivisione e consapevolezza tanto meglio. Altrimenti ci accontentiamo di divertirci con le parole e i discorsi.

Che tutto ciò sia sostenibile è ancora da capire...


Daniele Balboni, Associazione culturale Caffè-Scienza Milano - Giugno 2014


Il discorso sulla sostenibilità a Milano


Quanto segue descrive soltanto come Caffè-Scienza Milano, in collaborazione con diversi partner, ha contribuito recentemente al discorso sulla sostenibilità, infinitesima parte della miriade di occasioni nelle quali in una grande città come Milano si formano sensibilità e opinioni in merito a un tema di grande attualità, pensando tra l'altro al 'tuffo' che con l'Expo 2015 "Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita" la città farà in uno degli oceani più travagliati: quello dell'alimentazione e delle produzioni agricole (a titolo di esempio e come riferimento per quanto riguarda gli studi sul rapporto scienza - società - economica della conoscenza con particolare riferimento alla sostenibilità, indichiamo il Master in  Comunicazione della Scienza e dell'Innovazione Sostenibile dell'Università Bicocca).
Un primo abbozzo per sperimentare quel collegamento tra iniziative differenti delineandone la continuità, il senso dialogico 'multi-attore', la presenza territoriale diffusa, e darne una coerenza di significato.

In vista dell'Expo va da sé che anche noi ci siamo sbilanciati sui temi che da noi assumo le forme della golosità, in altri contesti del mondo qualcosa di meno tranquillo e garantito.


Iniziando con il caffè-scienza su La biodiversità nelle culture alimentari proposto nella sala consiliare della Zona 7 del Comune di Milano e in collaborazione con l'Associazione Mondohonline. Nel quadro della 385° edizione di una Sagra che univa una lunga storia locale a nuove e attuali forme di sviluppo del territorio periurbano, delle sue capacità di produzione agro-alimentare e di contatto diretto con un consumo locale.
 
Il tema, molto presente in tutto il territorio milanese, della convivenza multietnica tra tradizioni alimentari differenti, è stato affrontato sul piano scientifico con l'esposizione da parte di Angela Bassoli dei meccanismi del gusto, in senso evolutivo e come linguaggio essenziale nell'interazione dell'individuo con l'ambiente circostante, ancora da scoprire in diversi aspetti scientifici interessanti e senz'altro da difendere nei suoi elementi di ricchezza e diversità culturale (v. anche l'articolo Biodiversità gustativa).
 
L'intervento di Carlo Alberto Rinolfi ha permesso di venire a conoscenza di un ampio studio condotto dall'Associazione Mondohonline in collaborazione con l'Università degli Studi di Milano nel quale sono state delineate le diverse macroaree geografiche dell'alimentazione a livello globale, in termini di storia, abitudini ed economie alimentari. Partendo dall'enorme varietà con la quale ci si trova a confrontarsi, attraverso il ricorso a 33 indicatori è possibile correlare 157 Paesi in base alla composizione dei loro consumi alimentari per arrivare a delineare un mondo policentrico suddivisibile in sei aree, differenti per processi e fabbisogni nutrizionali (v. anche l'articolo Sei mondi in cerca d’autore).
 
Gli interventi di alcuni componenti di un tavolo sulle attività produttive agroalimentari promosso dal Consiglio di Zona 7 hanno evidenziato l'estrema attualità di questi temi nello sviluppo territoriale locale.


Il discorso è proseguito allo Urban Center insieme a Scienzainrete e all'Institut français di Milano con un altro incontro, la cui esortazione 'Coltiviamo il futuro della Terra' ci ha portato a capire insieme a scienziati in prima linea sui temi dell'alimentazione, della tutela del territorio, delle pratiche partecipative, come devono stare insieme i quattro concetti di "sostenibilità, biodiversità, ricerca e innovazione, attori territoriali" (traccia degli interventi).


Altri ingrediente essenziali per mettere in piedi la sostenibilità li abbiamo rintracciati nel quartiere Sarpi con l'Associazione Milano-odd, l'Istituto Confucio dell'Università degli Studi di Milano e numerose altre associazioni attive del quartiere nella giornata L'arte dell'abitare e del vivere le città.
 
Certamente quello che si riferisce di nuovo alla cura di una risorsa naturale essenziale, l'acqua, per fortuna da noi garantita come bene essenziale - come sappiamo a differenza di tanti altri posti al mondo - ma meno come bene che irrora di salute tutto il territorio, dando anche valore identitario, culturale, voluttuario. Antonio Longo ci ha parlato della Milano delle acque, in particolare di un progetto che mette in luce tutta la complessità di un percorso verso modelli di armonia e qualità ambientale in un territorio altamene complesso: trasformare il fiume Lambro, fino ad oggi compresso - per usare un eufemismo - dall'antropizzazione categorica, in un asse di natura e voluttà che lambisce la città collegandola al territorio vasto.  Basta vedere le mappe presentate da Antonio Longo per rendersi conto delle questoni in gioco, dai punti di vista tecnico, istituzionale, sociale. Un progetto nel quale si misurano pensiero, molteplicità di saperi esperti, aspirazioni ed interessi infiniti.
 
Un altro ingrediente per dar vita e sapori alla "arte dell'abitare" è l'attenzione e la persistenza di immaginari e culture che coesistono in una città in forte evoluzione umana, oltre che urbanistica e infrastrutturale. Prendendo spunto da una delle particolarità del quartiere dove abbiamo svolto l'iniziativa, la forte presenza della comunità cinese, abbiamo fatto un nuovo tuffo, questa volta nella storia della concezione tradizionale cinese dell'armonia con l'ambiente, che ci ha  raccontato Maurizio Paolillo per trovare un bel punto di confronto con quella autoctona nel concetto di fluire, dell'acqua certamente, più in generale nel percepirsi in co-evoluzione con un mondo di cui voler riconoscere metodi e le leggi evolutive.
 
Infine: leggere solo il copione senza la rappresentazione degli attori non è sostenibile e lascia scontenti, e noi vogliamo essere sostenibilmente felici e soddisfatti. Si può, si?




Il discorso sulla sostenibilità a Firenze :
- Petrolio -
- I veicoli elettrici sono veramente ecologici? -
- Sostenibilità sociale del consumismo tecnologico -
- Cosa bollirà in pentola domani Insetti per l'alimentazione umana. -
- Mobilità sostenibile in una città insostenibile -

Il discorso sulla sostenibilità a Roma :
- Scenari da fine del mondo con Sandro Calmanti, climatologo, e Andrea Novelletto, biologo

Il discorso sulla sostenibilità a Bari :
- in via di compilazione




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